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Il racconto

seleneminopoli

Aggiornamento: 17 dic 2021

Il racconto è una delle forme narrative più antiche che conosciamo. Da bambini, sarà capitato a tutti di ascoltare le storie della buonanotte o i racconti dei nonni e di attendere con gioia quei momenti.

Però scrivere un buon racconto è tutt’altro che semplice, come sottolineava lo scrittore americano Erskine Caldwell (1903-1987): "Il racconto è una storia inventata con un significato abbastanza interessante da mantenere l’attenzione del lettore e anche abbastanza profondo per esprimere qualcosa sulla natura umana”.

Caratterizzato dalla “brevità” e da un unico tema attorno al quale ruotano in genere pochi personaggi, il racconto necessita del massimo rigore dell’essenzialità, raggiungibile solo attraverso un’assoluta padronanza dei mezzi espressivi.


Dal Trecento a oggi la letteratura mondiale vanta dei veri capolavori di scrittura “breve” con autori come Giovanni Boccaccio, Anton Cechov, Luigi Pirandello, Jorge Luis Borges, Raymond Carver, Alice Munro, solo per citarne alcuni.


Nel racconto un’idea deve essere riassunta in poche pagine e sviluppata come un’unica sequenza narrativa rapida, senza l’interruzione di vicende collaterali. Per trasformare un’idea in una trama essenziale possiamo in parte rifarci alle tre regole fondamentali che il grande filosofo greco Aristotele (384-322 a.C.) aveva individuato nella “tragedia”, la forma narrativa più popolare dell’epoca, ossia all’unità di luogo, di tempo e d’azione.


Ma è solo leggendo autori del calibro di Raymond Carver, considerato uno dei maestri della narrativa breve americana, nonché tra i miei scrittori preferiti, che possiamo apprendere le tecniche per scrivere un buon racconto. Leggendo le sue storie, notiamo come utilizzi il numero minore possibile di parole per descrivere un’azione o un pensiero, senza lasciare spazio al superfluo; le parole sono sempre precise, cariche di significato e collegate tra loro al fine di creare tensione e dare l’idea che qualcosa stia per accadere, catturando così l’attenzione del lettore fino alla conclusione della storia.

Grazie all’uso magistrale delle pause e al mostrare solo di sfuggita alcune cose, lasciando al lettore la possibilità di creare e immaginare, Carver è stato capace di rendere interessanti storie che raccontano il quotidiano, con personaggi il più delle volte anonimi.


Un'altra leggenda della scrittura breve è senza ombra di dubbio Charles Bukowski.

Ultimo degli scrittori maledetti, da tutti conosciuto come “Hank” Bukowski, nelle sue “storie di ordinaria follia”, come il titolo della raccolta di racconti pubblicata per la prima volta nel 1972, i cui personaggi sono sempre prostitute, clochard, giocatori d’azzardo e sfruttatori, il lettore viene letteralmente risucchiato all’interno di un vortice di emozioni contrastanti grazie al suo stile semplice, incisivo e feroce.


E cosa dire della scrittrice canadese Alice Munro, premio Nobel della letteratura nel 2013, che con una tecnica narrativa essenziale e incisiva in poche pagine riesce a rendere situazioni di realtà quasi tangibile?


Insomma, se vogliamo scrivere un buon racconto è importante partire dalla lettura dei racconti dei grandi maestri e maestre della narrativa breve, per apprendere quei piccoli segreti che alla fine fanno la differenza. E c'è solo l'imbarazzo della scelta.


Buona lettura a tutti!

Post by Selene Minopoli

 
 
 

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